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  • Immagine del redattoreSilvia Pollice

LO STORYTELLING multimedia SECONDO AKRA.

Alpha District presenta il suo partner tecnico, che ha curato la produzione dei vari contenuti video legati al progetto: Akra Studios. Nato nel 2013 come media content creator da un’idea di Andrea Palamara e Simone Barbieri, i suoi focus sono story telling e comunicazione attraverso contenuti accattivanti.


Cosa succede quando un appassionato di cinema, stimolato dall’imperfezione dei film brutti, incontra un insegnante di percussioni, attivo nella registrazione di dischi e concerti? Succede che uniscono le loro reciproche passioni e le mettono al servizio del videomaking. Ed è più o meno così che Andrea Palamara e Simone Barbieri fondano nel 2013 Akra Studios, un media content creator dedicato alla produzione di file multimediali online ed offline che trattano i temi più disparati: dai documentari a sfondo musicale come “Al Capolinea: quando a Milano c’era il Jazz” (2011), a quelli che collocano l’arte in un contesto politicamente impegnato come “Scars of Art: Cyprus” (2017). E nel realizzare tutto questo, Andrea e Simone si avvalgono del tocco estetico della designer Astrid Wolff, per stemperare un po’ il loro tecnicismo.

In questo senso, Alpha District avrà un valido alleato tecnico per il lancio del nuovo distretto, attraverso la realizzazione di una varietà di contenuti multimediali che racconteranno, dall’inizio alla fine, questo nuovo ambizioso progetto.


Akra Studios è un media content creator fondato nel 2013 da Andrea Palamara e Simone Barbieri, che si avvalgono della collaborazione dell’art director Astrid Wolff. In particolare, Akra è un’agenzia di comunicazione che crea contenuti multimediali online e offline per la promozione di vari brand o la realizzazione di eventi. Ci potreste raccontare la storia di Akra e come avete iniziato?


Andrea: Abbiamo iniziato con tanta passione. Entrambi facevamo altri lavori, Simone era insegnante di percussioni e io lavoravo in uno storico cinema di Como. Spesso racconto di come io abbia sfruttato il mio lavoro di proiezionista per vedere moltissimi film, di come sia stato stimolato da quelli belli, ma soprattutto da quelli brutti: di fronte a certe pellicole l'istinto diceva che si poteva fare di meglio, che non poteva essere così difficile, e da lì è nata un’incontrollabile voglia di sperimentare in questo campo. Scontrarsi con la realtà dei fatti è stato difficile, ma quella voglia di “fare meglio” non si è mai affievolita. Anzi. Simone invece veniva dal mondo della musica e della produzione audio e fino a quel momento si era occupato per lo più di registrazione di dischi e concerti, ma voleva ardentemente spingersi verso il sound design per il cinema. I primi passi li abbiamo mossi nel campo del cinema indipendente: un documentario (“Al Capolinea: Quando a Milano C'era il Jazz”, 2011), due cortometraggi (“Zen Love”, 2012 e “Ithaca”, 2013), poi un altro documentario (“CreatiVita”, 2014). Durante queste collaborazioni nel campo del videomaking, ci siamo resi conto che lavoravamo benissimo insieme ed eravamo mossi dagli stessi desideri...per cui ci sembrò decisamente il caso di tentare di farlo davvero, 'per lavoro'. Così nel 2013 abbiamo deciso di fondare la Akra Multimedia Studios, lo studio di comunicazione che in questi ultimi 8 anni è cresciuto fino a diventare una realtà di cui siamo orgogliosi. L'arrivo di Astrid, a questo punto della storia, è poi ciò che ci ha consentito di avere anche una componente estetica e grafica, che stemperasse il nostro approccio 'tecnico' e la nostra immagine, che all'epoca era piuttosto elementare!


Qual è stato il progetto di cui, ad oggi, siete più orgogliosi?


Simone: Personalmente credo sia il corto che abbiamo fatto per i prodotti di un designer, Mario Ferrarini. Il concept era abbastanza complesso per le nostre forze all'epoca, con inquadrature zenitali, stop motion, clip al contrario, doppie esposizioni, luci in movimento. Le musiche furono ottenute assemblando registrazioni di piccoli suoni come gocce d'acqua, bollicine, spruzzi, in modo che coincidessero millimetricamente con le coreografie degli oggetti. Alla fine venne una cosa molto particolare, vagamente surreale, che mi divertì moltissimo.


Andrea: A me entusiasmano i documentari. Mi piace conoscere le persone, entrare nella loro vita, scoprire mondi lontani che senza questo lavoro non riuscirei mai a toccare. Come quando abbiamo girato “Scars of Art – Cyprus”, un documentario del 2017 sulla comunità di artisti che lavorano per riunificare l'isola di Cipro, spezzata dall'invasione turca del 1974. Ma proprio in questi giorni stiamo finendo la post produzione di un documentario girato in Vietnam che ci è stato chiesto dall'associazione svizzera Espérance ACTI. Sono stato sul delta del Mekong due settimane

visitando i villaggi dove Espérance fa uno straordinario lavoro fornendo alla popolazione ponti, pozzi d'acqua, scuole ed ospedali. È stato un viaggio meraviglioso in una realtà normalmente inaccessibile ai turisti, costellato da incontri con persone memorabili.


E ora arriviamo al ruolo che vi lega ad Alpha District: Akra sarà al fianco di Foro Studio nella realizzazione del progetto, come entità che da dietro le quinte idea e cura i contenuti multimediali. Come vi siete avvicinati ad Alpha e cosa avete realizzato/state realizzando per promuoverlo?

Da molti anni ruotiamo intorno al mondo del design, sia per il nostro rapporto con il Fuorisalone sia per i nostri clienti, che spesso operano in questo campo. Quando Foro Studio ci ha parlato della nascita di un nuovo distretto, abbiamo visto un'opportunità per dare il nostro contributo in un progetto molto ambizioso e di grande visibilità. Stiamo anche noi puntando in alto per questo progetto, vorremmo puntare a un nuovo format per la comunicazione video di questo tipo di eventi. Non a livello qualitativo, sappiamo che sono stati fatti ottimi prodotti in questo ambito, ma quello che vorremmo realizzare è una comunicazione organica coordinata per tutta la serie di contenuti realizzata per questo distretto. Quindi non uno o due video sporadici, ma uno storytelling che vada dal teaser, alle call to action, al backstage, alla presentazione degli spazi. L'obiettivo finale è un reportage dettagliato che racconti l'evento in ogni sua fase, dai primi contatti con i designers ospiti fino alla mise en place delle installazioni e il contatto con il pubblico. Soprattutto quest'anno, segnato indelebilmente dal distanziamento sociale, crediamo che il video sia uno strumento insostituibile per far sentire le persone presenti e partecipi.



Purtroppo l’anno scorso la pandemia ha colpito duramente la stragrande maggioranza dei settori, compreso il vostro, determinando una sorta di “ripensamento generale”. Credete che, una volta finita l’emergenza sanitaria, il settore della comunicazione e della pubblicità tornerà al suo antico splendore, oppure ci sarà un cambiamento radicale nel modo di farlo funzionare?

Certo occorrerebbe sapere, tra le mutazioni che stanno avvenendo nel campo della comunicazione, quali sono reversibili e quali sono 'qui per restare'. Alcune di queste mutazioni, come l'e-commerce, erano già in atto, ma il lockdown ha imposto un'accelerazione tremenda, dandoci la possibilità di sperimentare 'forzatamente' una serie di alternative alla vita 'in presenza'. La comunicazione non fa eccezione, è cambiata molto per adattarsi alla pandemia, e certe nuove vie sicuramente resteranno valide anche quando la situazione sarà tornata sotto controllo. Nel nostro piccolo abbiamo visto un aumento esponenziale di servizi come lo streaming in diretta, l'uso dei video di animazione 3D e 2D, l'incremento dell'utilizzo di strumenti come la realtà aumentata, la virtual reality e i virtual tour in 360. Dopo un primo momento, durato fino a settembre, dove tutto sembrava un po' “congelato”, ora le aziende hanno capito che questa situazione è destinata a durare almeno un altro anno e hanno ricominciato a investire nella comunicazione. La nostra curiosità verso le nuove tecnologie ci sta dando un vantaggio in questo

scenario.



Per concludere, avete in cantiere qualche novità “scottante”?

Moltissime, in realtà. Il lockdown ci ha dato la possibilità di fermarci e ripensare al nostro lavoro. Abbiamo passato il tempo studiando cose nuove, imparando nuovi linguaggi, con l'idea di aprirci su nuovi settori. Abbiamo dato il via a nuove collaborazioni che ci stanno aprendo progetti molto importanti. Forse quello di cui andiamo più fieri è un progetto che stiamo realizzando per l'Università della Croazia finanziato dalla British Embassy Zagreb. Per il loro lavoro di sensibilizzazione sul tema dei cambiamenti climatici abbiamo pensato il logo, l'immagine coordinata, video in animazione 3D e persino la colonna sonora. Ci piace lavorare su progetti che possiamo disegnare dalla A alla Z, dando il nostro stile su ogni dettaglio e rendendo la comunicazione più incisiva. Soprattutto quando il tema è così importante.


Ph credits: ritratto di Andrea e Simone; Simone durante le riprese in piazza Gino Valle; Andrea e Astrid sul set; di Akra Studios.